Chiede soldi
per non pubblicare su internet un video hard: denunciato. É successo alcune settimane fa a
Novara. Questo caso riporta l’attenzione sull’uso inconsapevole del Web soprattutto
a causa della dilagante pratica del sexting.
Sexting:
cosa si intende?
Il termine “sexting”, deriva
dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting”
(pubblicare testo).
Si può definire sexting l’invio e/o la ricezione e/o
la condivisione di testi, video o immagini sessualmente esplicite/inerenti la
sessualità. Spesso sono realizzate con il telefonino, e vengono diffuse
attraverso il telefonino stesso (tramite invio di mms o condivisione tramite
bluetooth) o attraverso siti, e-mail, chat.
Spesso tali immagini o video, anche se inviate ad una
stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono
creare seri problemi, sia personali che legali, alla persona ritratta. L’invio
di foto che ritraggono minorenni al di sotto dei 18 anni in pose sessualmente
esplicite configura, infatti, il reato di distribuzione di materiale
pedopornografico.
Ma quali sono gli aspetti caratteristici di questo
tipo di comportamenti?
·
Fiducia: spesso i
ragazzi/le ragazze inviano proprie immagini o video nudi o sessualmente
espliciti perché si fidano della persona a cui stanno inviando il materiale.
Mostrano una scarsa consapevolezza che quello stesso materiale, se il rapporto
(amicale o di coppia) dovesse deteriorarsi o rompersi, potrebbe essere diffuso
come ripicca per quanto accaduto.
·
Pervasività: le
possibilità che offrono i telefonini di nuova generazione permettono di
condividere le foto proprie o altrui con molte persone contemporaneamente,
attraverso invii multipli, condivisione sui social network, diffusione
online;
·
Persistenza del fenomeno: il materiale pubblicato su internet può rimanere
disponibile online anche per molto tempo. I ragazzi, che crescono immersi nelle
nuove tecnologie, non sono consapevoli che una foto o un video diffusi in rete
potrebbero non essere tolti mai più.
·
Non consapevolezza: i ragazzi spesso non sono consapevoli di scambiare materiale
pedopornografico.
Quanto è
diffuso il fenomeno del sexting in Italia?
Osservando le abitudini dei ragazzi,
ci si rende conto di come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo sessuale
sia divenuto nel tempo un’espressione normale della sessualità tra i giovani -
e spesso anche tra gli adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi
europei - solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da
Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o video del proprio corpo in
atteggiamenti sessualmente espliciti - e negli anni sta crescendo anche in
Italia. Da una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014), emerge
infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting.
Altre ricerche condotte in questi anni da Telefono
Azzurro (Telefono Azzurro e Eurispes, 2012) mostrano che immagini, testi e
video a sfondo sessuale vengono ricevuti spesso da amici (38,6% dei casi), dal
proprio ragazzo/a (27,1%), da conoscenti (9,9%), ma in alta percentuale anche
da estranei (22,7% dei casi).
Inoltre, sono state evidenziate le seguenti
dichiarazioni da parte dei ragazzi intervistati:
·
Il 41,9% non
ci vede nulla di male;
·
Il 16,1% si
fida della persona a cui ha inviato la foto/il video che è il ragazzo/la
ragazza.
·
Solo 1
adolescente su 10 lo ha fatto per fare uno scherzo (11,1%).
Tramite il sexting gli adolescenti trovano un modo
spesso efficace di esprimere se stessi e attirare su di sé l’attenzione che
desiderano, senza tuttavia avere la consapevolezza delle possibili conseguenze
che la condivisione in rete di immagini e video intimi e privati può avere a
breve e lungo termine. Chi scambia foto di sé sessualmente esplicite,
soprattutto se con estranei, può inoltre utilizzare questo comportamento per
superare difficoltà relazionali e senso di solitudine.
Fonte Telefono Azzurro