Franti, il bullo
“Uno solo poteva ridere
mentre Derossi diceva dei funerali del Re, e Franti rise. Io detesto costui. È
malvagio. Quando viene un padre nella scuola a fare una partaccia al figliuolo,
egli ne gode; quando uno piange, egli ride. Trema davanti a Garrone, e picchia
il muratorino perché è piccolo; tormenta Crossi perché ha il braccio morto;
schernisce Precossi, che tutti rispettano; burla perfino Robetti, quello della
seconda, che cammina con le stampelle per aver salvato un bambino. Provoca
tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far
male. Ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa, in quegli occhi
torbidi, che tien quasi nascosti sotto la visiera del suo berrettino di tela
cerata. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con
una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno, si porta a scuola
degli spilloni per punzecchiare i vicini, si strappa i bottoni dalla
giacchetta, e ne strappa agli altri, e li gioca, e ha cartella, quaderni, libro,
tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le
unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse.
Dicono che sua madre è malata dagli affanni ch’egli le dà, e che suo padre lo
cacciò di casa tre volte; sua madre viene ogni tanto a chiedere informazioni e
se ne va sempre piangendo. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il
maestro. Il maestro finge qualche volta di non vedere le sue birbonate, ed egli
fa peggio. Provò a pigliarlo con le buone, ed egli se ne fece beffa. Gli disse
delle parole terribili, ed egli si coprì il viso con le mani, come se
piangesse, e rideva. Fu sospeso dalla scuola per tre giorni, e tornò più tristo
e più insolente di prima. Derossi gli disse un giorno: - Ma finiscila, vedi che
il maestro ci soffre troppo, - ed egli lo minacciò di piantargli un chiodo nel
ventre.”
Umberto Eco, anni
dopo, rivaluta la figura di Franti:
“L’unica volta che Enrico si tradisce e ci
mostra la madre di Franti che si precipita in classe a implorare perdono per il
figlio punito, affannata, «coi capelli grigi arruffati, tutta fradicia di
neve», avvolta da uno scialle, curva e tossicchiante, ci lascia capire che
Franti ha dietro di sé una condizione sociale, e una stamberga malsana, e un
padre sottoccupato, che spiegano molte cose.”
Questo per
sottolineare che il bullismo c’è sempre stato (ma non per questo dobbiamo tollerarlo) e che non esiste un unico fattore
per spiegarne il fenomeno. Si assiste ad una continua influenza reciproca fra i
caratteri personali e l’ambiente sociale.
Nel corso di
questi ultimi anni, come INFORMI@MOCI, abbiamo affrontato l’argomento nelle
scuole di ogni ordine e grado. In particolare nella primaria e nelle prime
classi della secondaria di primo grado ci siamo avvalsi, tra l’altro, del
materiale messo a disposizione del progetto europeo “T.A.B.B.Y” (www.tabby.eu). Il progetto "T.A.B.B.Y. in
Internet" (Valutazione della minaccia di cyberbullismo nei giovani)
affronta quelle sfide "negative" fronteggiate nella quotidianità da
insegnanti, istruttori, educatori, dirigenti scolastici, genitori e correlate
all'uso improprio della rete e dei nuovi dispositivi digitali da parte dei
giovani: principalmente il cosiddetto cyberbullismo, le minacce digitali e i
rischi connessi al così detto "sexting" (invio di immagini e testi
sessualmente espliciti). Il progetto punta ad accrescere la conoscenza e le
capacità di proteggere i giovani quando usano internet e in particolare i
social network, anche attraverso le attuali tecnologie mobili, che rendono oggi
l'accesso alla rete sempre disponibile. Non esiste una singola causa dei
problemi in questione, e molti studi hanno dimostrato che, riguardo al
cyberbullismo, hanno un ruolo fondamentale sia i fattori e le caratteristiche
individuali che quelle sociali e relazionali. I fattori di rischio aumentano le
probabilità che una determinata condotta abbia luogo; se questi fattori non
sono invece presenti, tali comportamenti devianti possono comunque manifestarsi,
ma con minore probabilità. Il percorso educativo T.A.B.B.Y. prevede anche la
proiezione di 4 brevi filmati di animazione, utili per spiegare cosa accade
quando online, nella rete o con i cellulari si sottovalutano i
potenziali rischi. I video sono destinati ai ragazzi per poi discuterne con
loro i contenuti e possibili soluzioni.
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