domenica 18 settembre 2016

Il Barbiere di Siviglia


 
Don Basilio - La calunnia è un venticello
 

La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
 
 Quest’aria tratta dal Barbiere di Siviglia di Rossini descrive molto bene il dilagare a macchia d’olio della calunnia ed i suoi effetti devastanti. Dal punto di vista giuridico, mi sembra di capire che i due recenti episodi della donna perseguitata per i suoi filmini hot finiti in rete e della ragazza stuprata in discoteca filmata dalle “amiche” che poi pubblicano il video su whatapp poco centrino con la calunnia, ma piuttosto con la diffamazione, violazione della privacy, cyberbullismo. Simili sono invece gli effetti dolorosi che tali pratiche hanno sulla vita di una persona. Già all’epoca di Don Basilio si conoscevano bene le conseguenze della diffusione di notizie atte a minare la dignità umana. Al venticello di allora che “..prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco..” ma raggiunge mai ogni angolo della terra, oggi si contrappone  il venticello internet che in pochi secondi fa il giro del mondo. Non si ha più la possibilità di nascondersi o fuggire altrove. I “like” di allora erano limitati ad alcune piazze o corti. Oggi, in rete, i “mi piace”, i commenti sguaiati a fatti così orribili possono giungerti, a migliaia, da ogni parte del globo. Non hai scampo. Oblio, privacy, cambio di nome: non sempre sono utili per evitare conseguenze. Quando capitano fatti come questi di cui stiamo parlando (la pratica del sexting) ci sono molte prese di posizione; c’è chi invoca di introdurre l’educazione civica digitale a scuola, chi una nuova disciplina (ingegneria relazionale) e così via dicendo. Tutte proposte degne di considerazione e approfondimento. L’importante è non stancarsi di parlarne con i giovani, a scuola e in famiglia. Impostare progetti a lungo termine sull’uso sicuro, legale e consapevole di internet. Insegnare ai giovani ad essere buoni cittadini nel mondo digitale, facendo loro capire che devono comportarsi nel mondo online con la stessa civiltà con cui ci si deve comportare nel mondo reale; che tutto ciò che pubblicano in rete è rintracciabile e non è anonimo come potrebbero pensare. In caso di un'azione legale i provider di servizi internet sono autorizzati a fornire informazioni personali alle autorità competenti. Sono tracce che si lasciano navigando online e che possono essere usate come prove contro i ragazzi coinvolti, per esempio, nel cyberbullismo; che tutto ciò che si posta in rete è “per sempre” perché basta che un utente in qualsiasi parte del mondo salvi sul suo PC quanto pubblicato da altri perché questo possa rigirare in rete anche dopo anni (non si cancella più). Per altro rimandiamo alla lettura del post recentemente pubblicato su questo blog dal titolo SEXTING dove si indicano gli aspetti caratteristici di questo tipo di comportamento. 
 

 
 

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