domenica 11 settembre 2016

SEXTING



Chiede soldi per non pubblicare su internet un video hard: denunciato. É successo alcune settimane fa a Novara. Questo caso riporta l’attenzione sull’uso inconsapevole del Web soprattutto a causa della dilagante pratica del sexting.




Sexting: cosa si intende?

Il termine “sexting”, deriva dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting” (pubblicare testo).

Si può definire sexting l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di testi, video o immagini sessualmente esplicite/inerenti la sessualità. Spesso sono realizzate con il telefonino, e vengono diffuse attraverso il telefonino stesso (tramite invio di mms o condivisione tramite bluetooth) o attraverso siti, e-mail, chat.

Spesso tali immagini o video, anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile e possono creare seri problemi, sia personali che legali, alla persona ritratta. L’invio di foto che ritraggono minorenni al di sotto dei 18 anni in pose sessualmente esplicite configura, infatti, il reato di distribuzione di materiale pedopornografico. 

 

Ma quali sono gli aspetti caratteristici di questo tipo di comportamenti?

 

·         Fiducia: spesso i ragazzi/le ragazze inviano proprie immagini o video nudi o sessualmente espliciti perché si fidano della persona a cui stanno inviando il materiale. Mostrano una scarsa consapevolezza che quello stesso materiale, se il rapporto (amicale o di coppia) dovesse deteriorarsi o rompersi, potrebbe essere diffuso come ripicca per quanto accaduto.

·         Pervasività: le possibilità che offrono i telefonini di nuova generazione permettono di condividere le foto proprie o altrui con molte persone contemporaneamente, attraverso invii multipli, condivisione sui social network, diffusione online; 

·         Persistenza del fenomeno: il materiale pubblicato su internet può rimanere disponibile online anche per molto tempo. I ragazzi, che crescono immersi nelle nuove tecnologie, non sono consapevoli che una foto o un video diffusi in rete potrebbero non essere tolti mai più.

·         Non consapevolezza: i ragazzi spesso non sono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico.



Quanto è diffuso il fenomeno del sexting in Italia?

Osservando le abitudini dei ragazzi, ci si rende conto di come lo scambio di immagini/video/testi a sfondo sessuale sia divenuto nel tempo un’espressione normale della sessualità tra i giovani - e spesso anche tra gli adulti. Il sexting è molto diffuso in altri paesi europei - solo in Inghilterra, secondo statistiche del 2013 diffuse da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato immagini o video del proprio corpo in atteggiamenti sessualmente espliciti - e negli anni sta crescendo anche in Italia. Da una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014), emerge infatti che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting.

Altre ricerche condotte in questi anni da Telefono Azzurro (Telefono Azzurro e Eurispes, 2012) mostrano che immagini, testi e video a sfondo sessuale vengono ricevuti spesso da amici (38,6% dei casi), dal proprio ragazzo/a (27,1%), da conoscenti (9,9%), ma in alta percentuale anche da estranei (22,7% dei casi).

Inoltre, sono state evidenziate le seguenti dichiarazioni da parte dei ragazzi intervistati:

·         Il 41,9% non ci vede nulla di male;

·         Il 16,1% si fida della persona a cui ha inviato la foto/il video che è il ragazzo/la ragazza.

·         Solo 1 adolescente su 10 lo ha fatto per fare uno scherzo (11,1%).

Tramite il sexting gli adolescenti trovano un modo spesso efficace di esprimere se stessi e attirare su di sé l’attenzione che desiderano, senza tuttavia avere la consapevolezza delle possibili conseguenze che la condivisione in rete di immagini e video intimi e privati può avere a breve e lungo termine. Chi scambia foto di sé sessualmente esplicite, soprattutto se con estranei, può inoltre utilizzare questo comportamento per superare difficoltà relazionali e senso di solitudine. 

Fonte Telefono Azzurro

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