lunedì 31 ottobre 2016

EDUFORLIFE

 
Lunedi 7 novembre entra nella fase esecutiva il progetto INFORMI@MOCI. In questa data si terrà infatti il primo degli incontri formativi rivolti agli insegnanti degli Istituti che partecipano al Concorso “Internet e Nuove Dipendenze. Il controllo nell’uso del web”. Sono 6 gli Istituti Comprensivi di Asti e Provincia che hanno aderito al Concorso per un totale di 40 classi. Numeri più che significativi, ad indicare come sia sensibile l’attenzione per tutto quanto riguarda l’uso sicuro e consapevole di internet.
Il programma degli incontri:
·        Lunedì 7 e 14 Novembre 2016
·        Orario: dalle 14.45 alle 17.30 (è previsto un breve intervallo)
·        Sede: Centro Servizi per il Volontariato Alessandria Asti -  Via Brofferio 110      Asti                       
Relatori:
·        Prof.ssa Angela Bonomi Castelli
Graphic designer, insegnante di discipline artistiche e socio fondatore del MED - Associazione italiana per l'educazione ai media e alla comunicazione, di cui è coordinatore per la Lombardia e membro del Consiglio Direttivo. Nel Comitato di redazione della rivista Media Education: studi, ricerche, buone pratiche dirige con Liana Peria la sezione di "Buone pratiche per la scuola”.
·        Dott.ssa Daniela Ciriotti
Psicologa Psicoterapeuta, lavora da oltre 10 anni nel campo delle dipendenze presso la S.O.C. Patologia da dipendenze dell’A.S.L.AT occupandosi nell’ultimo periodo prevalentemente dell’area cocainomane e del disturbo sul gioco d’azzardo. Collabora in consulenza su progetti specifici con le scuole primarie. 
·        Stefano Sgarella
Regista, fotografo, project manager, esperto in media education, professionista dei media, esperto in social media, social business e formazione a distanza, fondatore e socio di varie Associazioni non a scopo di lucro

martedì 25 ottobre 2016

MA BASTA!!


Bullismo e scuola: video anti-bulli diventa virale
Anche il video anti bullismo di MaBasta
diventa virale: mezzo milione di visualizzazioni
e oltre 1mln di persone raggiunte
Non solo i video brutali con pestaggi fanno grandi numeri
“Bocche chiuse perché furiosi” fa il giro d’Italia




Il video si intitola “Bocche chiuse perché furiosi”, è stato proiettato per la prima volta lunedì scorso a Roma, presso il Teatro Palladium, per presentare il movimento anti bullismo “Mabasta” alla Presidente della Camera Laura Boldrini e al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
 Tre giorni dopo (giovedì) i 15 ragazzi della 2°A dell’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce l’hanno pubblicato sulla loro pagina Facebook e, oltre a comportare un aumento di altri 3.000 like alla pagina (oggi ne conta oltre 21.000), il video è iniziato ad entrare in una insperata ed inimmaginabile spirale di condivisioni e visualizzazioni.
 Oggi il video conta 1.276.673 persone raggiunte – 491.254 visualizzazioni – 13.076 condivisioni.
 Pertanto, non solo i video brutali, con pestaggi, spintoni, insulti e soprusi tra ragazze e ragazzi, sanno fare grandi numeri, anche un breve filmato di poco più di un minuto, con un messaggio chiaro di protesta contro ogni forma di bullismo, girato a scuola con un semplice telefonino è in grado di attirare la grande attenzione dei giovani e non solo. I vari commenti ne sono la conferma.
 «Questo per noi – dichiarano i ragazzi – è un segnale molto positivo e ci incoraggia ad andare sempre più avanti nel contagiare in Italia quante più scuole possibile, con operazioni come le “classi debullizzate”, i “bulliziotti” e “calciamo il bullismo”.»

 Alcuni collegamenti utili:



MaBasta sul web: www.mabasta.org

sabato 15 ottobre 2016

Arancione




Violenza contro i minori: nel 2015 in Italia 5.080 vittime, 6 su 10 sono bambine e ragazze. Oltre 770 hanno subito violenza sessuale.

 
 


E’ di ieri la notizia che a Pistoia è stato arrestato e condannato un uomo di 47 accusato di violenza sessuale e atti sessuali su minori durante i quali venivano anche girati filmini di carattere pedopornografico. E’ l’ennesimo recente fatto di cronaca che riporta l’attenzione sulla violenza contro i minori a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Mondiale delle Bambine tenutasi martedì 11 ottobre scorso. La Fondazione Terre des Hommes ha presentato, nell’occasione, la quinta edizione del Dossier della Campagna “Indifesa” per accendere i riflettori sui diritti negati a milioni di bambine in Italia e nel mondo. Riprendiamo alcuni passaggi significativi del documento.

“Negli ultimi cinque anni il numero di vittime minorenni di reati è passato dai 4.946 del 2011 ai 5.080 del 2015, secondo i dati Interforze elaborati per il nuovo Dossier della Campagna Indifesa di Terre des Hommes, presentato oggi alla Sala Zuccari del Senato. Si conferma il dato sulla prevalenza del sesso femminile tra chi subisce abusi e violenze: bambine e ragazze sono il 60%, ma diventano l’87% quando si tratta di violenze sessuali o il 91% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico. Se in termini generali negli ultimi cinque anni il numero delle vittime di reati ha segnato un aumento del 3%, si registra un drammatico aumento a tre cifre nella pornografia minorile che tocca la vertiginosa quota del +543%. Nell’81% dei casi le vittime sono bambine e ragazze, ma l’aumento del trend prova anche che la pornografia minorile si conferma uno dei settori di sfruttamento dei minori che gode di maggiore richiesta sul mercato. Un incremento a tre cifre (+148%) è anche quello registrato dagli atti sessuali con minori di 14 anni, o minori di 16 nel caso di parenti stretti e affidatari: sono state 411 le vittime nel 2015, il 78% femmine. Segnano un calo negli ultimi 5 anni, le violenze sessuali e quelle aggravate, rispettivamente -26% e -31%, ma in termini assoluti (in tutto 908 minori nel 2015, per oltre l’82% femmine, pari a 770) costituiscono le tipologie con maggior numero di vittime dopo i maltrattamenti in famiglia (1.442, +24%) e la violazione degli obblighi di assistenza familiare (961, +9% sul dato 2011), dove la percentuale di femmine è abbastanza allineata all’altro sesso. Tra i nemici più feroci delle bambine e le ragazze ci sono proprio i loro coetanei: a provarlo, al di là dei tristi episodi di cronaca, anche i dati del Ministero della Giustizia, che segnalano in carico dei Servizi Sociali ben 817 minori di sesso maschile condannati per violenze sessuali. 267 sono invece responsabili di sfruttamento della pornografia e prostituzione minorile.”

Fonte Terre des Hommes

INFORMI@MOCI partecipa alla campagna promossa da Terre des Hommes che invita a postare sui social network un oggetto, uno sfondo, una foto, un selfie dal colore arancione.






 
 
 
 
 

domenica 9 ottobre 2016

Liberi tutti!!



“Vi lasciamo dieci minuti di tempo...tutti per voi...senza disturbare o copiare...deve essere un vostro pensiero. Scrivete sul foglio cosa vi passa per la mente adesso che sentite pronunciare la parola internet.” E’ da questo semplice brainstorming che iniziano i nostri incontri con gli studenti. Numerosi sono i pensieri che scaturiscono. Nella fascia di età compresa tra i 9 e gli 11 anni il termine più ricorrente è “gioco”, poi ricerche e informazioni, whattapp, foto, video, musica, amicizie, facebook, istagram e cosi via. Il gioco on-line sembra sia uno dei passatempi più praticati dai preadolescenti (ma non solo) quando si collegano ad internet. Possiamo parlare di regole nell’utilizzo dei videogiochi? Di uso sicuro e consapevole? Gli adulti sono sufficientemente informati sulla qualità dei prodotti in commercio? Riprendiamo a questo proposito il contributo tratto dal libro “Sicuri in Rete” scritto da Mauro Ozenda e Laura Bissolotti che collaborano da anni con l’Associazione Mani Colorate:<<Nel rapporto con i figli si è sempre invitati alla chiarezza, alla fermezza ed alla sincerità. Bisogna sempre spiegare il perché delle regole che si danno, delle punizioni e dei premi. Vietare un gioco a favore di un altro senza darne motivazione non porta alcun vantaggio educativo mentre spiegare con calma, discutere quando il ragazzo non sarà d’accordo, produce sicuramente effetti migliori>>. Un valido aiuto ai genitori nella scelta di videogiochi e giochi on-line sono il sito dell’Associazione Editori Software Video-Ludico Italiana (www.aesvi.it) e quello del PEGI (Pan European Game Information) che classifica i videogiochi in base alla età (www.pegi.info/it). Ecco alcune informazioni tratte dal sito PEGI sul significato delle classificazioni: “Le classificazioni PEGI sono riportate sul fronte e sul retro delle confezioni e indicano una delle seguenti età: 3, 7, 12, 16 e 18. Esse rappresentano un’indicazione affidabile sull’adeguatezza del contenuto del gioco in termini di protezione dei minori. La classificazione in base all’età non tiene conto del livello di difficoltà o delle abilità necessarie per utilizzare quel determinato gioco.

PEGI 3
Il contenuto dei giochi a cui è assegnata questa classificazione è ritenuto adatto a tutti i gruppi di età. Essi possono contenere violenza se inserita in un contesto comico (come le forme di violenza da cartoni animati tipiche di Bugs Bunny o Tom & Jerry). Il bambino non deve associare i personaggi presenti sullo schermo a personaggi della vita reale; essi devono essere totalmente di fantasia. Il gioco non deve contenere rumori o immagini che possano spaventare o impaurire i bambini piccoli. Non devono essere presenti espressioni volgari.

PEGI 7

I giochi che sarebbero classificati come 3 ma che contengono scene o rumori che potrebbero spaventare, possono essere considerati adatti per questa categoria.

PEGI 12

In questo gruppo di età rientrano i videogiochi che mostrano violenza leggermente più esplicita rivolta a personaggi di fantasia e/o violenza non esplicita rivolta a personaggi dall’aspetto umano o ad animali riconoscibili nonché i videogiochi che mostrano scene di nudo leggermente più esplicite. Le espressioni volgari non devono essere forti e non devono contenere imprecazioni a sfondo sessuale.

PEGI 16

Questa classificazione si applica quando la violenza (o l’attività sessuale) descritta raggiunge un livello simile a quello presente nella vita reale. I ragazzi di questo gruppo di età devono essere anche in grado di gestire un linguaggio molto più scurrile, il concetto dell’uso del tabacco e delle droghe e la descrizione di attività criminali.

PEGI 18

La classificazione per soli adulti si applica quando la violenza raggiunge un livello tale da diventare rappresentazione di violenza grave e/o da includere elementi di tipi specifici di violenza. La violenza grave è molto difficile da definire in quanto può spesso essere molto soggettiva, ma in termini generali la si può classificare come la rappresentazione di un tipo di violenza che farebbe provare a chi la vede un sentimento di repulsione.
 
I descrittori presenti sul retro della confezione indicano i motivi principali per cui un gioco è stato classificato in un determinato modo. Vi sono otto descrittori: violenza, linguaggio scurrile, paura, droga, sesso, discriminazione, gioco d’azzardo e gioco on line con altre persone."

 Nel settembre del 2015 l’Associazione Mani Colorate prese una netta posizione sul tema prendendo spunto da un fatto accaduto, in quel periodo, a Sanremo:

“Il 14 Settembre scorso su un noto quotidiano online sanremese, Sanremonews, è apparsa la notizia che il giovanissimo Simone è risultato essere il vincitore di “Call of Duty-Advanced Warfare” organizzato da un negozio di videogiochi  della città dei fiori. Si tratta di un videogioco i cui contenuti sono consigliati solo a coloro che abbiano compiuto la maggiore età. Come associazione che si propone la tutela dei minori, in particolare nell’utilizzo delle nuove tecnologie e ciò che vi ruota attorno, riteniamo doveroso far presente ai genitori di questi ragazzi che esistono molti videogiochi “diseducativi” che anziché trasmettere valori sani spingono alla violenza, al razzismo e a forme di aggressione. Ci sembra assurdo che un negozio di videogiochi abbia la facoltà di organizzare tornei per ragazzini ben al di sotto dei 18 anni fortemente sconsigliato dal sito ufficiale di informazioni PEGI, il sistema di classificazione in base all'età PEGI (Pan-European Game Information - Informazioni paneuropee sui giochi) che aiuta i genitori europei a prendere decisioni informate sull’acquisto di videogiochi. Crediamo che la famiglia abbia un ruolo fondamentale nell’educazione dei propri figli e debba essere consapevole dei rischi che i loro ragazzi corrono nell’utilizzare normalmente videogiochi non idonei per l’età che hanno. Diciamo che sarebbe il primo passo per evitare atti di bullismo, cyberbullismo, cyberstalking, violenza, razzismo che assistiamo purtroppo ogni giorno nella nostra società.”