domenica 9 ottobre 2016

Liberi tutti!!



“Vi lasciamo dieci minuti di tempo...tutti per voi...senza disturbare o copiare...deve essere un vostro pensiero. Scrivete sul foglio cosa vi passa per la mente adesso che sentite pronunciare la parola internet.” E’ da questo semplice brainstorming che iniziano i nostri incontri con gli studenti. Numerosi sono i pensieri che scaturiscono. Nella fascia di età compresa tra i 9 e gli 11 anni il termine più ricorrente è “gioco”, poi ricerche e informazioni, whattapp, foto, video, musica, amicizie, facebook, istagram e cosi via. Il gioco on-line sembra sia uno dei passatempi più praticati dai preadolescenti (ma non solo) quando si collegano ad internet. Possiamo parlare di regole nell’utilizzo dei videogiochi? Di uso sicuro e consapevole? Gli adulti sono sufficientemente informati sulla qualità dei prodotti in commercio? Riprendiamo a questo proposito il contributo tratto dal libro “Sicuri in Rete” scritto da Mauro Ozenda e Laura Bissolotti che collaborano da anni con l’Associazione Mani Colorate:<<Nel rapporto con i figli si è sempre invitati alla chiarezza, alla fermezza ed alla sincerità. Bisogna sempre spiegare il perché delle regole che si danno, delle punizioni e dei premi. Vietare un gioco a favore di un altro senza darne motivazione non porta alcun vantaggio educativo mentre spiegare con calma, discutere quando il ragazzo non sarà d’accordo, produce sicuramente effetti migliori>>. Un valido aiuto ai genitori nella scelta di videogiochi e giochi on-line sono il sito dell’Associazione Editori Software Video-Ludico Italiana (www.aesvi.it) e quello del PEGI (Pan European Game Information) che classifica i videogiochi in base alla età (www.pegi.info/it). Ecco alcune informazioni tratte dal sito PEGI sul significato delle classificazioni: “Le classificazioni PEGI sono riportate sul fronte e sul retro delle confezioni e indicano una delle seguenti età: 3, 7, 12, 16 e 18. Esse rappresentano un’indicazione affidabile sull’adeguatezza del contenuto del gioco in termini di protezione dei minori. La classificazione in base all’età non tiene conto del livello di difficoltà o delle abilità necessarie per utilizzare quel determinato gioco.

PEGI 3
Il contenuto dei giochi a cui è assegnata questa classificazione è ritenuto adatto a tutti i gruppi di età. Essi possono contenere violenza se inserita in un contesto comico (come le forme di violenza da cartoni animati tipiche di Bugs Bunny o Tom & Jerry). Il bambino non deve associare i personaggi presenti sullo schermo a personaggi della vita reale; essi devono essere totalmente di fantasia. Il gioco non deve contenere rumori o immagini che possano spaventare o impaurire i bambini piccoli. Non devono essere presenti espressioni volgari.

PEGI 7

I giochi che sarebbero classificati come 3 ma che contengono scene o rumori che potrebbero spaventare, possono essere considerati adatti per questa categoria.

PEGI 12

In questo gruppo di età rientrano i videogiochi che mostrano violenza leggermente più esplicita rivolta a personaggi di fantasia e/o violenza non esplicita rivolta a personaggi dall’aspetto umano o ad animali riconoscibili nonché i videogiochi che mostrano scene di nudo leggermente più esplicite. Le espressioni volgari non devono essere forti e non devono contenere imprecazioni a sfondo sessuale.

PEGI 16

Questa classificazione si applica quando la violenza (o l’attività sessuale) descritta raggiunge un livello simile a quello presente nella vita reale. I ragazzi di questo gruppo di età devono essere anche in grado di gestire un linguaggio molto più scurrile, il concetto dell’uso del tabacco e delle droghe e la descrizione di attività criminali.

PEGI 18

La classificazione per soli adulti si applica quando la violenza raggiunge un livello tale da diventare rappresentazione di violenza grave e/o da includere elementi di tipi specifici di violenza. La violenza grave è molto difficile da definire in quanto può spesso essere molto soggettiva, ma in termini generali la si può classificare come la rappresentazione di un tipo di violenza che farebbe provare a chi la vede un sentimento di repulsione.
 
I descrittori presenti sul retro della confezione indicano i motivi principali per cui un gioco è stato classificato in un determinato modo. Vi sono otto descrittori: violenza, linguaggio scurrile, paura, droga, sesso, discriminazione, gioco d’azzardo e gioco on line con altre persone."

 Nel settembre del 2015 l’Associazione Mani Colorate prese una netta posizione sul tema prendendo spunto da un fatto accaduto, in quel periodo, a Sanremo:

“Il 14 Settembre scorso su un noto quotidiano online sanremese, Sanremonews, è apparsa la notizia che il giovanissimo Simone è risultato essere il vincitore di “Call of Duty-Advanced Warfare” organizzato da un negozio di videogiochi  della città dei fiori. Si tratta di un videogioco i cui contenuti sono consigliati solo a coloro che abbiano compiuto la maggiore età. Come associazione che si propone la tutela dei minori, in particolare nell’utilizzo delle nuove tecnologie e ciò che vi ruota attorno, riteniamo doveroso far presente ai genitori di questi ragazzi che esistono molti videogiochi “diseducativi” che anziché trasmettere valori sani spingono alla violenza, al razzismo e a forme di aggressione. Ci sembra assurdo che un negozio di videogiochi abbia la facoltà di organizzare tornei per ragazzini ben al di sotto dei 18 anni fortemente sconsigliato dal sito ufficiale di informazioni PEGI, il sistema di classificazione in base all'età PEGI (Pan-European Game Information - Informazioni paneuropee sui giochi) che aiuta i genitori europei a prendere decisioni informate sull’acquisto di videogiochi. Crediamo che la famiglia abbia un ruolo fondamentale nell’educazione dei propri figli e debba essere consapevole dei rischi che i loro ragazzi corrono nell’utilizzare normalmente videogiochi non idonei per l’età che hanno. Diciamo che sarebbe il primo passo per evitare atti di bullismo, cyberbullismo, cyberstalking, violenza, razzismo che assistiamo purtroppo ogni giorno nella nostra società.”



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