FRONTEGGIARE LO STRESS
(liberamente tratto dalla rivista MInd,
aprile 2021)
Dott.sa Elisa Lupano – Pedagogista,
counsellor
Il recente periodo di pandemia ha
segnato in modo profondo tutti: adulti, bambini, anziani. Da tutti i punti di
vista: economico, sociale, psicologico. Abbiamo dovuto tirarci su le maniche e
vivere in una situazione mai vissuta. Alcuni dicono: “è stato come andare in
guerra”.
Abbiamo imparato a continuare il
nostro lavoro a distanza, a gestire una famiglia tutto il giorno, tutti i
giorni in uno spazio spesso abitato da tutti solo la sera, abbiamo dato il
bianco in casa, camminato sotto casa, trovato i tutorial per fare ginnastica.
Siamo partiti con entusiasmo, dicendo andrà tutto bene, poi il tempo si è
dilatato, ci siamo ritrovati chiusi quando pensavamo che stesse per finire. E
nessuno ha più detto andrà tutto bene.
Non ci siamo quasi resi conto che in questo
periodo si è stati sottoposti ad una dose di stress mai avuta, e mai in modo
così prolungato. E non abbiamo avuto il tempo di pensarci, abbiamo “navigato a
vista” e siamo andati avanti.
Ma come abbiamo fatto? Ripensarci
potrebbe aiutarci a capire meglio come siamo fatti, e come funzioniamo, e
diventarne consapevoli ci può aiutare a potenziare le nostre capacità di
fronteggiare lo stress. “Le risorse
emotive e cognitive che mettiamo in atto per superare le difficoltà, scrive
Eleonore Zarik sulla rivista Mind, sono
una sorta di kit per le emergenze che è utile conoscere per vivere bene”.
Queste risorse vengono chiamate strategie
di coping, e costituiscono la modalità che ognuno di noi ha per affrontare
le difficoltà della vita.
Secondo la ricercatrice, le strategie
di coping sono di tre tipi.
Una prima strategia è stata quella di concentrare
le energie sul problema, cercando di concentrare tutte le energie per
rafforzarne il controllo: durante questo periodo di pandemia, hanno attivato
questa strategia coloro che si sono mossi fortemente per contenere il contagio
per sé e per propri familiari, per poter continuare in sicurezza il proprio
lavoro, ingegnandosi nelle strategie più efficaci per farne fronte. La
complessità del problema e l’eccezionalità degli eventi non ha comunque
permesso, nonostante molti sforzi, di avere il pieno controllo della
situazione.
Una seconda strategia è stata quella centrata
sulle emozioni: il contesto fortemente ansiogeno in cui si è vissuto, le
immagini traumatiche trasmesse dai media, le statistiche giornaliere sui morti
per coronavirus, sarebbero state insostenibili per molte persone se non fossero
riuscite a compensare le emozioni negative con altre emozioni più positive atte
a ristabilire il benessere emotivo. La visione di un film rilassante, dedicarsi
ad una passione da tempo trascurata, cucinare, valorizzare il fatto di essere
in buona salute, hanno permesso di ristabilire una sorta di equilibrio per la
gestione dell’ansia e per non lasciarsi abbattere dai pensieri negativi.
La terza invece è stata quella centrata
sul sostegno sociale. In questo caso sentire, anche a distanza, una voce
amica, che ascoltava senza dare giudizi né soluzioni, ma semplicemente
lasciando raccontare le proprie emozioni ha aiutato molte persone a rafforzare
le proprie capacità di far fronte al problema, sviluppando sentimenti positivi
di auto efficacia. Importante, per chi ha scelto questo tipo di strategia, è
stato il riconoscere di aver bisogno di aiuto, accettando le proprie fragilità,
senza sentirsi per questo meno adeguato ad affrontare la vita.
Non è detto che ognuno di noi abbia
attivato una sola di queste strategie, ma piuttosto abbia utilizzato più di una
modalità o in tempi successivi, o anche contemporaneamente), ma certamente
ognuno ha avuto una modalità prevalente, che era quella che rispondeva meglio
ai propri bisogni e alle proprie caratteristiche. Riconoscere quale strategia
abbiamo scelto, e conoscere anche altre possibilità per fare fronte ai
problemi, ci aiuta non solo nella conoscenza di noi stessi, ma anche nello
scoprire nuove strade possibili, forse mai sperimentate, per il superamento dei
momenti di stress.
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