LA
SCUOLA RIAPRE: DIAMO VOCE ALLE EMOZIONI DEI BAMBINI
Più i bambini sono piccoli e
più “decidono” quale sia l’emozione adeguata alla situazione che stanno vivendo,
rispecchiandosi negli adulti che rappresentano per loro figure di
attaccamento e riferimento (genitori, nonni, educatori, insegnanti…).
Quando vorremmo rassicurarli
utilizzando frasi a cui neppure noi crediamo, inviamo loro messaggi
contraddittori, nei quali le parole pronunciate non corrispondono
all’emozione espressa dal volto, sebbene tentiamo di camuffarla: se noi stessi
abbiamo paura, come possiamo essere credibili dicendo che non c’è da aver
paura? Ciò non può che mandarli in estrema confusione, poiché crea una dissonanza
tra le emozioni che loro provano davvero, le emozioni che ritengono che gli
adulti si aspettino che loro provino e le emozioni che avvertono essere provate
dai grandi.
La
loro preoccupazione è legittima, tanto quanto la nostra e non li
aiutiamo negando il problema, o nascondendoci dietro generiche rassicurazioni:
che non va tutto bene lo abbiamo capito già da un po’!
Il
silenzio, le cose non dette, incrementano la loro paura, perché nei loro
pensieri -in cui a volte risulta difficile districarsi tra realtà e fantasia-
tutto diventa possibile, dalle cose terribili a quelle magiche. E in entrambi i
casi le conseguenze sono negative: si possono sviluppare ansie eccessive e
timori ingiustificati nelle relazioni con gli altri o, al contrario, non si ha
sufficiente percezione della reale pericolosità della situazione,
trasformando il virus in un personaggio fiabesco che si può sconfiggere con
l’ausilio di una spada affilata.
dott.ssa Paola Scalco - Psicologa psicoterapeuta
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