domenica 13 settembre 2020

 

LA SCUOLA RIAPRE: DIAMO VOCE ALLE EMOZIONI DEI BAMBINI

 

Più i bambini sono piccoli e più “decidono” quale sia l’emozione adeguata alla situazione che stanno vivendo, rispecchiandosi negli adulti che rappresentano per loro figure di attaccamento e riferimento (genitori, nonni, educatori, insegnanti…).

Quando vorremmo rassicurarli utilizzando frasi a cui neppure noi crediamo, inviamo loro messaggi contraddittori, nei quali le parole pronunciate non corrispondono all’emozione espressa dal volto, sebbene tentiamo di camuffarla: se noi stessi abbiamo paura, come possiamo essere credibili dicendo che non c’è da aver paura? Ciò non può che mandarli in estrema confusione, poiché crea una dissonanza tra le emozioni che loro provano davvero, le emozioni che ritengono che gli adulti si aspettino che loro provino e le emozioni che avvertono essere provate dai grandi.

La loro preoccupazione è legittima, tanto quanto la nostra e non li aiutiamo negando il problema, o nascondendoci dietro generiche rassicurazioni: che non va tutto bene lo abbiamo capito già da un po’!

Il silenzio, le cose non dette, incrementano la loro paura, perché nei loro pensieri -in cui a volte risulta difficile districarsi tra realtà e fantasia- tutto diventa possibile, dalle cose terribili a quelle magiche. E in entrambi i casi le conseguenze sono negative: si possono sviluppare ansie eccessive e timori ingiustificati nelle relazioni con gli altri o, al contrario, non si ha sufficiente percezione della reale pericolosità della situazione, trasformando il virus in un personaggio fiabesco che si può sconfiggere con l’ausilio di una spada affilata.

 Ugualmente per i ragazzi più grandi il rientro tra i banchi non è esente da emozioni che possono diventare disturbanti, anche in virtù delle direttive spesso contraddittorie che non forniscono loro la serenità necessaria derivante dal conoscere regole di comportamento certe e valide in tutte le varie situazioni in cui si verranno a trovare. L’apprensione da un lato per la loro salute e, dall’altro, per le conseguenze sanitarie e lavorative che potrebbero causare ai loro familiari o ai loro amici, può sfociare in vera e propria angoscia.

 In questa fase sarà perciò determinante ascoltare bambini e ragazzi, dedicare loro del tempo per discutere di come si sentono, fornendo al contempo informazioni chiare e adeguate alla loro età (né troppe, né troppo poche…), in modo che comprendano bene ciò che sta accadendo e perché accade e si comportino in maniera responsabile. Questo permetterà di incrementare il loro senso di autoefficacia e di sviluppare quel sentimento comunitario che sta alla base del senso civico, più che mai ineludibile in questo periodo storico.

                                         dott.ssa Paola Scalco - Psicologa psicoterapeuta


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